Questa ricetta era tanto che volevo provarla. E' tratta dal bellissimo libro di ricette e "famiglia" di Tessa Kiros, un miscuglio di Grecia, Russia e Italia. La cosa che mi ha attirato di più è stata la figura di questo nonno che preparava le sue patatine speciali per i nipoti e tutti i suoi piccoli segreti per farle diventare un piatto veramente goloso. Compreso l'abitudine di servirle in una ciotola di acciaio, con i pezzetti di sale macinato grosso che si attaccavano bene, cosa che naturalmente ho fatto anch'io.
Sembrano banalmente delle patate fritte...ma non lo sono!!
Ingredienti:
4 carciofi
1/2 kg di patate
olio evo
una bella manciata di foglie di salvia
sale grosso
spicchi di limone
Preparate i carciofi togliendo le foglie troppo dure e tagliateli a fette di di circa 1.5 cm di spessore. metteteli in acqua acidulata per non farli annerire.
Sbuciate le patate e tagliatele per il lungo a fette belle spesse. Lavatele e asciugatele bene.
Riempite una pentola grande e fonda tipo wok di olio e scaldatelo; quando sarà arrivato alla temperatura giusta, immergete le patate tutte insieme. Lasciarle riprendere la temperatura mescolandole un pochino, poi, quando iniziano a friggere, aspettare 5 minuti e quando cominciano a diventare soffici e dorate, romperle un pò con un cucchiaio di legno.( L'autrice descrive questi pezzettini alla fine, come una meraviglia ben abbrustolita: non posso darle torto!!) Aggiungere i carciofi e mescolare delicatamente, lasciar cuocere muovendo e rigirando il tutto di tanto in tanto, finchè patate e carciofi saranno belli dorati. ci vorranno un venti minuti. A questo punto, buttate una manciata di foglie di salvia ed aspettate 2 o 3 minuti ancora.( la prox volta ne metto di più).
Scolate bene il tutto e fate assorbire su carta da cucina, muovendole bene.
Versatele in una ciotola, di metallo se l'avete, e cospargete di sale grosso un pò pestato a mano con il mortaio. Vanno a ruba!!
....nello scrivere la ricetta mi è venuta una voglia di mangiarle!!! stasera le faccio!
dev' essere bello il libro di cui parli.
RispondiEliminaio di mia nonna ricordo gli gnocchi. nessuno è mai riuscito a rifarli uguali.
chissà perchè...
un abbraccio, paola